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Quel “NOI” non “LORO” che dà inizio al nostro viaggio

Erano i primi giorni del gennaio 2020, ancora ignari di quanto sarebbe capitato nei mesi successivi, quando abbiamo fatto la conoscenza del lavoro appena pubblicato sulla storica rivista della Compagnia di Gesù «La Civiltà Cattolica» di Justin Glyn, gesuita non vedente e avvocato australiano, docente di Diritto Canonico presso il Catholic Theological College, General Counsel del distretto australiano della Compagnia di Gesù.

Ciò che ci accomuna è certamente l’appartenenza a Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità, che è la federazione regionale in Lombardia delle associazioni delle persone con disabilità. Ma è soprattutto, un’amicizia che dura da sempre e una vita di lavoro e di impegno, spesa all’interno del mondo associativo italiano, per l’affermazione, il rispetto e la promozione dei diritti umani di tutte le persone con disabilità.

Siamo sempre molto attenti a quello che avviene nel mondo della disabilità e non solo per quanto riguarda gli aspetti giuridici: siamo costantemente alla ricerca di analisi e riflessioni che possano animare il confronto e la discussione dentro la nostra comunità.

Le nostre associazioni sono per definizione “apartitiche” e “aconfessionali”, ma quello che capita all’interno della Chiesa non ci è certo indifferente, sia come dirigenti associativi, sia sul piano personale. Ecco perché comprare il numero della rivista e leggere l’articolo di Justin Glyn è stata questione di pochi giorni. Restarne folgorati sono bastati pochi minuti:

Quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti. […] ora arriviamo a comprendere che le menomazioni sono semplicemente aspetti dell’incarnazione dell’immagine di Dio.

Cerchiamo di capirne di più e scopriamo che Glyn aveva pubblicato un piccolo libro, “Us” not “Them”, nel quale approfondiva e sviluppava questa tesi.

Da questo libro inizia il nostro percorso insieme all’autore. Con lui abbiamo iniziato un viaggio fatto di incontri e riflessioni su temi che toccano il senso ed il significato del nostro essere al mondo.

La lettura di “Noi”, non “Loro” fa nascere il desiderio e l’esigenza di promuovere e stimolare un dibattito sulla relazione tra fede e disabilità e sulla considerazione delle persone con disabilità all’interno della Chiesa e delle comunità cristiane.

Affrontare il tema di come si sentano raccontate, descritte o, per certi versi, “pesate” le persone con disabilità nella fede non è semplice. Non è facile scuotere il nostro animo di fronte a tale grandezza senza correre il rischio di apparire irriverenti.

La ricerca che attraverso le pagine di A Sua Immagine? abbiamo cercato di percorrere insieme a più voci vuole riaffermare la piena appartenenza di tutte le persone, senza distinguo, all’umanità e, in ottica spirituale, all’essere figli di Dio, che ci spinge ad affrontare senza mediazioni l’argomento.

Lo stesso modo che ritroviamo nel testo di Justin Glyn che affronta, con un’analisi puntuale, l’evoluzione nella Chiesa dell’immagine della disabilità.

Alberto e Giovanni

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